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Mostra personale di Omar Galliani "Da e per Raffaello"

Dal 18 dicembre al 20 febbraio presso la Galleria d'Arte Albani

 

“Da e per Raffaello”

Mostra personale di Omar Galliani

Introduzione critica di Bruno Ceci

 

18 dicembre 2021 – 20 febbraio 2022

Galleria d’arte Albani, via Mazzini n 7 – Urbino

 

Il ritorno di Omar Galliani ad Urbino,  ove per diversi anni aveva insegnato nella locale Accademia di Belle Arti distinguendosi per l’insostituibile magistero didattico, si celebra nel nome di Raffaello. Su invito dell’Associazione culturale “Vivere per l’arte”, dell’Accademia di Belle Arti e della stessa città, presenterà a partire da sabato 11 dicembre nei deputati spazi di palazzo Albani, di recente egregiamente riqualificati e destinati a pubblica galleria, che ha già ospitato con particolare riscontro le retrospettive di Arnaldo Pomodoro, Walter Valentini e Abe Steiner, una serie di lavori realizzati tra la fine degli anni ’70 e i primi anni ’80, una lontana ma fondamentale stagione sia per quanto concerne il futuro svolgimento della sua vicenda, sia per quanto riguarda gli esiti della contemporanea ricerca artistica italiana. L’incontro con la pittura del genio urbinate ha significato per Galliani tornare a meditare su qualcosa che, al di là del tempo, preserva intatta la sua persistenza di valore, e che chiama all’attenzione, chiedendo di essere interrogato.

Per l’artista emiliano Raffaello rimane, nonostante le secolari interpretazioni sovente incapaci di coglierne la pienezza, un artista che chiede ancora di essere svelato. L’evento, che esemplarmente reca come titolo “Da e per Raffaello”, si avvale dell’introduzione critica di Bruno Cecie dei testi di Italo Tomassoni, Flavio Caroli e Teodolinda Coltellaro, è sostanziato da un profondo atto conoscitivo insufflato d’amore, che ingenera il desiderio di attualizzare la durata dell’opera dell’urbinate in movenze personalissime, poiché ogni esperienza autentica non può che essere unica.

L’approfondimento di Galliani ha poco a che fare con fuorvianti ed infruttuosi approcci di natura idealizzante, ma è mosso dalla necessità di profondarsi in un cammino meditativo, che gli consente di cogliere l’essenza operante delle immagini investigate. Portare allo scoperto questa essenza vivificante, consente all’artista di dare vita ad un confidenziale colloquio, che appare come una autentica rivelazione, mettendo inoltre a fuoco possibilità inesplorate.

Le forme, i segni, i colori del genio di Urbino cercano  lo sguardo del pittore , si aprono ad un  dialogo , vogliono manifestargli il loro pensiero, i loro sentimenti, l’unicità della loro configurazione, vogliono alfine condividere una rinnovata esperienza di vita.

Punto nodale di questo dialogo è l’idea di bellezza, desiderata, pensata e creata per attingere, sempre con rinnovato slancio, senso e gioia.

Di fronte ad un evento così autentico, che converge immancabilmente in direzione del presente, ma che di fatto si apre sul passato e sul futuro, si palesa come pittura e disegno possano essere un dono durevole, sempreché siano l’autentico svolgimento di una lunga fedeltà, la cui meta, mai definitiva, così collegata al tempo pur trasfigurandolo, ci restituisca di volta in volta la luminosità primaverile del loro apparire, la sola in grado di tenere aperte tutte le loro promesse. Alla freschezza di questo soffio Galliani risponde con una ricerca appassionata ed appassionante, che permette all’inatteso di manifestarsi, rendendo esplicita la sua riconoscenza nei confronti del divino pittore, ed  a partire da essa e nell’alto rispetto di essa liberare pittura e disegno da ogni inerzia e da ogni pesantezza, per avventurarli all’inviolato sogno di una perenne ed enigmatica bellezza.